Classificazione dei dolori

Un questionario offre un nuovo approccio per diagnosticare correttamente i dolori. Esso si basa su una classificazione del dolore nel Parkinson.


I dolori sono un fenomeno frequente nel Parkinson, tant’è vero che nel decorso della patologia colpiscono fino all’80% dei pazienti. Spesso è tuttavia difficile individuare la causa dei dolori, poiché mancano questionari specifici. Per ovviare a questo problema, le Cliniche Valens hanno messo a punto – in collaborazione con altri istituti – un questionario associato a un’applicazione online che consente di stabilire se i dolori sono imputabili alla malattia di Parkinson, e qual è il meccanismo che li provoca. Ciò apre la strada a procedure diagnostiche e terapie mirate. La maggior parte dei dolori avvertiti dai parkinsoniani è direttamente connessa alla malattia di Parkinson, ma ciò non vale per un 30% circa di forme di dolore. Al fine di operare una distinzione tra i dolori causati dal Parkinson e quelli di origine diversa, vengono poste quattro domande in grado di rivelare il probabile nesso con la malattia. I quesiti riguardano i dolori nelle fasi off, i dolori alleviati dai farmaci antiparkinsoniani, i dolori all’esordio della malattia e i dolori in caso di movimenti involontari.

Dopo che rispondendo in modo affermativo ad almeno una di queste domande si è stabilito un nesso con la malattia di Parkinson, in una seconda fase si possono differenziare tre diversi tipi di dolore. Anzitutto si cerca di capire se si è in presenza di un dolore neuropatico (nevralgia), che a sua volta può essere – a dipendenza della sua diffusione – periferico o centrale. Questo disturbo provoca spesso un dolore urente o pungente, oppure un formicolio. In caso negativo, si passa al tipo di dolore più frequente nel Parkinson, cioè il dolore nocicettivo, che è associato a un danno tissutale reale o potenziale e viene scatenato da vari stimoli. Si opera una distinzione tra dolori regionali (ad es. dolori alle spalle, mal di schiena) e dolori nelle fasi off. Se il dolore non è né di tipo neuropatico, né nocicettivo, potrebbe trattarsi di un dolore nociplastico, ovvero di un disturbo che deriva da una percezione alterata del dolore, senza chiara evidenza di un danno tissutale reale o potenziale. Esso è associato primariamente a sintomi non motori e psichici (ad es. forte sudorazione e agitazione interiore).

L’associazione del dolore alla malattia di Parkinson e l’individuazione precisa del tipo di dolore forniscono indizi sulla causa. Un’ulteriore indagine diagnostica si rende necessaria se il dolore non è invece associato al Parkinson, oppure in caso di scarsa risposta ai farmaci antiparkinsoniani, e ciò soprattutto in presenza di dolori neuropatici (ad es. mal di schiena o polineuropatia).

Trattamento del dolore


Se il dolore è chiaramente associato alla malattia di Parkinson, nella maggior parte dei casi esso può essere trattato con successo calibrando meglio la terapia farmacologica. In aggiunta a ciò, i dolori possono essere trattati anche mediante la riabilitazione oppure la stimolazione cerebrale profonda (cfr. Mylius, Veit et al. 2015. Movement Disorders Clinical Practice). I risultati dello studio applicativo sul nuovo questionario – finanziato da Parkinson Svizzera e condotto presso le Cliniche Valens, la Rehaklinik Zihlschlacht, l’Ospedale cantonale di San Gallo e a Sao Paulo – sono stati sottoposti per la pubblicazione. Il questionario e l’applicazione online saranno accessibili soltanto dopo la pubblicazione.
Prof. Dr. med. Veit Mylius

PDF Classificazione dei dolori

Codificazione del dolore

Nel 2019 l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha approvato il nuovo sistema internazionale di classificazione delle malattie ICD-11: esso consente per la prima volta di registrare e codificare il dolore come patologia a sé stante.
Fonte: Swiss Pain Society

Veit Mylius

Il Prof. Dr. med. Veit Mylius è Medico caposervizio presso la clinica di neurologia delle Cliniche Valens, con focus sui disturbi del movimento e sulla cefalea.

«Se il dolore è chiaramente associato alla malattia di Parkinson, nella maggior parte dei casi esso può essere trattato con successo calibrando meglio la terapia farmacologica.»

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